L’Ottimismo – una storia di gennaio 2009

[LA SFIDA NOBILITA]

Nel gennaio del 2009 ci fu la classica riunione di “Inizio lavori”. Tutti, dopo le vacanze di Natale, eravamo felici da un lato e scontenti dall’altro: “appoltronarsi” debilita la routine e così, anche un viaggio di mezz’ora, può sembrare dispendioso di energie.

Ma sapete, quando una cosa si deve fare, si deve fare.

E così, ci mettemmo in macchina, io e i miei colleghi di allora, e andammo.

Sapevo già gli argomenti della ripresa lavori perché la scaletta l’avevo fatta insieme al mio grande “capo” di allora, Alberto, quindi sapevo i tempi, gli interventi, sapevo cosa andavamo incontro in quella giornata e, soprattutto, avevo anche io un intervento da fare: l’Ottimismo.

Quando mi fu detto che dovevo parlare di “ottimismo” a 400 persone, un po’, detto tra noi, mi sono tremate le gambe. Non perché avessi paura, lungi da me, ma perché era appena scoppiato lo scandalo Lehman e nel mondo bancario tirava davvero un’aria pesante.

Ricevere, però, un incarico così importante, mi fece concentrare e rimboccare le maniche: era una sfida davvero immensa e molto ardua da affrontare, ma dovevo farcela. Francesca era piccola ed Enzo aveva ancora pochi mesi, quindi dovevo per forza prendere in mano le redini della famiglia e portare una folata di ottimismo in casa.

Che sfida, pensai. Ed ora da dove parto?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

L’ottimismo è un modo di vivere secondo il quale il mondo viene visto in maniera positiva. Gli ottimisti tendono a guardare “il lato positivo delle cose” e ad assumere la buona fede nelle persone.

A quel tempo, a cavallo del 2008-2009, i social non erano come oggi, il web era all’inizio e le conoscenze te le facevi in due modi: leggendo molti libri oppure avendo la fortuna di conoscere persone di livello che ti davano i suggerimenti giusti.

Ebbi la fortuna di conoscere Sebastiano Todero (andate a vedere chi è: il re degli ottimisti, anzi, dottor ottimismo!), non ricordo, purtroppo chi me lo presentò, ma fu un incontro molto proficuo per me che mi cambiò davvero il paradigma dell’approccio con la vita. Quella fortuna si tramutò in una telefonata (peccato, ora non ho più il suo numero!) e, dopo i soliti convenevoli tra amici, gli spiegai il mio “problema”:

dovevo parlare di Ottimismo, perché non chiedere alla persona numero uno di aiutarmi in questo?

Ne fu molto entusiasta e, più o meno, se la memoria non mi inganna, rispose più o meno, così:

<Secondo te, Antonio, perché da così tanti anni, 3 sere alla settimana ci sono persone che vengono ad ascoltarmi per imparare qualcosa su Ottimismo ed Emozioni?

Beh, qualcuno perché non sa che fare… ma tutti gli altri perché avvertono di essere un pò pessimisti e non amano lo stato d’animo in cui stanno più spesso.

Perdonami la semplificazione, ma è così: nessuno lo dice così apertamente certo, a sentire la prima sera, tutti vengono per “curiosità” e, i più fantasiosi, dicono di venire per “aiutare” un amico pessimista… ma in realtà molte più persone di quello che pensiamo vivono una vita psicologica dominata dalla “tristezza e il pessimismo” e stanno emotivamente perennemente sotto il loro “massimo” per non dire al loro minimo!

Anni fa parlai con Silvio Berlusconi e gli chiesi cosa fosse per lui l’Ottimismo. Lui mi rispose così: “L’ottimismo è il carburante per il viaggio della vita”
. La trovai una bella frase e basta, ma non è che mi fece fare chissà quali riflessioni!

Stasera invece mi sono trovato io a rispondere a una domanda… mi hanno chiesto:


Quali sono le emozioni che prova più spesso una persona ottimista-realista?”


Beh, la risposta secca è:

Fiducia, Calma e Curiosità.


Ma ora una breve spiegazione a questa risposta…

Immaginiamo: Noi siamo in viaggio… corriamo lungo un’autostrada lunga, lunga… non sappiamo quanto; per alcuni è lunga 100 anni, per altri 80, per altri molto meno… ma tutti corriamo lungo questa strada!

Come sempre cerco di trovare dei modi efficaci di fare capire quanto sia importante per il proprio benessere pensare con Ottimismo Realistico.

Ebbene, credo che dovremmo tutti ricordarci che i momenti difficili sono un può come quando abbiamo paura di restare senza benzina in autostrada…

Ti è mai capitato?

Viaggi con l’ansia e continui a dirti “Riuscirò ad arrivare? Quanto manca? E se poi mi blocco… cosa faccio?”

Ecco la mia metafora semplice e potente:

l’ottimismo è “incrollabile fiducia in te stesso e nella capacita di imparare… anche a chiedere aiuto“.

In autostrada se proprio rimani senza benzina chiedi aiuto all’ACI, nella vita agli AmiCI.

Scherzi a parte, sai quanti adulti “scopro” essere incapaci di chiedere aiuto, paralizzati dall’idea di non farcela da soli o al contrario così poco fiduciosi in se stessi da non provare mai a farcela da soli!!

A questo punto ho creato La pillola di Ottimismo:

l’ottimista non parte per il suo “viaggio” perché è certo al 100% che non dovrà mai fermarsi, perché sa che non dovrà mai chiedere aiuto.

L’Ottimista realista sa che alle volte “si finisce la benzina”, ma sa anche che può sempre fare rifornimento di Fiducia, Calma e Curiosità ovvero i 3 stati d’animo più utili per continuare a crescere ed imparare per tutta la vita>>.

Hai mai provato ad iniziare la giornata pensando alle cose negative che potrebbero succederti?

Prova a farlo, inevitabilmente, Ti accadranno.

Se per esempio Ti alzi già “mentalmente stanco” ed immagini che la Tua giornata “sarà cupa e triste”, mi dispiace, ma sono certo che alla fine della giornata sarà stata proprio così.

Se alzandoti pensi già che “sarà una giornata pesante e cominci ad immaginarti che potrebbe venirti anche il mal di testa”… immancabilmente, a sera, Tu avrai il Tuo bel mal di testa evocato e, la Tua giornata, sarà stata di una pesantezza unica.

Noi esseri umani abbiamo una fantastica abilità: riusciamo ad evocare mentalmente quello che può accaderci intorno, guidando il nostro inconscio e indirizzandolo verso un sentiero ben definito.

La maggior parte delle volte, lo facciamo “inconsciamente”, senza esserne consapevoli (mi domando cosa saremmo capaci di fare se usassimo questo potere consapevolmente?!), il problema è che indirizziamo tal energia, di solito verso attese “pessimistiche” che, immancabilmente, si materializzano.

Ascolta l’audio di questa prima parte del brano datata 2 gennaio 2009.

Avevo una voce diversa da quella attuale, ma sono passati parecchi anni da allora.

Domandati una cosa: se tale materializzazione funziona quando ho delle aspettative “pessimistiche”, potrebbe funzionare anche quando le mie aspettative sono più “ottimistiche”, quando mi aspetto qualche cosa di “buono dalla vita”?!

In base alla mia personale esperienza, la risposta è….

“Assolutamente SI”.

Anzi, oltre ad esserne certo, sono anche in grado di affermare che gli “ottimisti si ammalano di meno”.

Proprio un paio di settimane fa (ricordatevi che era il 2008-2009), sull’autorevole inserto settimanale di Repubblica “Salute”, si parlava di una ricerca pubblicata su “Health Psychology” da un gruppo finlandese, che aveva studiato le personalità di 5000 impiegati nel 1997.

Alla fine dello studio, nel 2000, i ricercatori hanno stabilito che chi aveva un profilo ottimista si era, per prima cosa ammalato molto meno, seconda cosa aveva superato meglio tutti gli eventuali grossi guai che gli erano accorsi nel periodo preso in considerazione (lutti, malattie gravi di persone amate, separazioni affettive, ed altro ancora) e, soprattutto, era tornato alla normalità lavorativa molto più velocemente dei pessimisti.

Il concetto di sfortuna, è pertanto ridimensionato da questa ricerca, che mette piuttosto in luce il diverso modo di affrontare i problemi della vita.

Se sei ancora dubbioso, permettimi di farti notare che nel numero di gennaio 2006 della stessa rivista, l’Università di Cambridge documentava – in una ricerca effettuata su di un campione di oltre ventimila persone – che chi ha un maggior senso di padronanza di sé mostra una riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari.

Insomma, l’ottimismo è il sale della vita (come recita una nota pubblicità del grande Tonino Guerra), che oltre a permetterti di vivere meglio psicologicamente, Ti aiuta anche a vivere più in salute.

Del resto, anche i grandi pensatori del passato affermavano cose simili.

Benjamin Franklin diceva “Noi siamo ciò che vogliamo essere”;

Budda predicava “Noi siamo quello che pensiamo. Tutto quello che siamo proviene dai nostri pensieri. Con i nostri pensieri noi costruiamo il mondo”;

Un signore di nome San Francesco d’Assisi diceva: “Stai attento a ciò che pensi e ciò che dici, potrebbe diventare la profezia della tua vita”

Frasi e modi diversi per spiegarti lo stesso concetto, e potrei citarti un’infinità di altre frasi di personaggi famosi.

Credimi, la Tua mente è determinante nel raggiungimento del successo o nel fallimento.

  • Aspettati il meglio, ed è probabile che lo otterrai, naturalmente, devi metterci molto impegno e forza di volontà.

  • Aspettati il peggio e sono certo che ci riuscirai, e posso garantirti senza alcuna fatica.

Fallo restando con i piedi ben saldi per terra, evita di pensare che il solo “ottimismo” possa farti trovare fuori della porta la tanto desiderata Ferrari.

Ti ho chiesto di essere ottimista,
mica “irresponsabile”.

Impara a praticare l’ottimismo e il pensiero positivo, tutti i giorni e se aggiungi anche impegno nel cercare di comunicare per capire e coinvolgere le altre persone, sono certo che molto presto, sarai indirizzato al Successo.

Per far questo devi solamente AGIRE CON ENTUSIASMO.

In ogni cosa che farai, in ogni iniziativa che intraprenderai, prima di ogni altra cosa metti sempre entusiasmo ed ottimismo!

Parti dal presupposto che ogni grande impresa, che ha cambiato la storia dell’umanità, ha sempre avuto un ottimista alla guida.

Pensa alle imprese del passato, per esempio a Madre Teresa di Calcutta: senza il suo ottimismo non sarebbe mai riuscita a costruire ciò che ha fatto, a salvare dalla strada tutti quei poveri.

Oppure al grande Thomas Alva Edison: senza di lui e senza il suo ottimismo oggi, saremo al buio, senza la lampadina.

Ad un campione italiano come Alberto Tomba: senza il suo ottimismo travolgente (nel vero significato letterale del termine) non sarebbe mai diventato il campione che tutti conosciamo.

Anche oggi, ogni grande impresa ha un ottimista alla guida.

Prendi Valentino Rossi: così giovane, così ottimista, così frizzante, così campione, con la moto come nella vita.

Potrei stare qui, a farti un elenco infinito di persone, famose o meno, che grazie al loro ottimismo sono riusciti a fare qualche cosa di buono nel corso della loro vita.

Anche se parlando di personaggi famosi potrei sentirmi dire da Te….. “bello sforzo, è facile per lui: ha i soldi, è famoso ed è importante”

Allora permettimi di raccontarti la storia di uno di noi, di Riccardo. Una storia che per me, vale molto più di qualsiasi grande impresa.

Il mio caro amico Riccardo, nel pieno della vita e della sua attività professionale (era professore di disegno a Firenze), è rimasto paralizzato e costretto su di una carrozzina. Nonostante questo, Riccardo è un “inno alla vita”: sempre sorridente, con la battuta pronta da buon fiorentino, pieno di entusiasmo contagioso.

Un vulcano di ottimismo; e dire, che forse, avrebbe anche qualche ragione per essere incavolato con la vita.

Ogni tanto lo vado a trovare, e devo essere onesto: riesce a ricaricare anche me.

Ascolta l’audio della seconda parte del brano datata 2 gennaio 2009.

Avevo una voce diversa da quella attuale, ma sono passati parecchi anni da allora.

Credo che quella riunione mi abbia davvero dato una grande carica per arrivare fino ad oggi ed essere sempre un indomabile “OTTIMISTA”.

Per approfondire, scrivimi in privato!